La parola cheloide deriva da chancroid , a “forma di granchio”, termine con il quale Alibert descrisse già nel 1807 particolari lesioni cutanee cicatriziali che così chiamò per la loro capacità di crescere in maniera invasiva ed esuberante.
I cheloidi sono proliferazioni di tessuto fibroso cutaneo conseguenti a un trauma (intervento chirurgico, tatuaggio, ustione, vaccinazione, abrasione, punture di insetti) o a un evento infiammatorio locale (follicoliti, varicella, acne ecc). Raramente essi possono avere anche una genesi spontanea.
Sono considerati tumori benigni del tessuto fibroso, si manifestano dopo qualche mese dall’evento traumatico o infiammatorio come papule e placche rilevate, di color rosa-rosso, dure e non regrediscono spontaneamente, interessano sia la lesione primaria sia le aree adiacenti. Contrariamente al normale processo di guarigione, nei cheloidi l’esuberante processo riparativo causa una distorsione dell’aspetto della cicatrice che diventa anche sintomatica, comparendo prurito e dolore.
Il cheloide colpisce solo il genere umano, quindi non esistono i modelli animali per studiare questa reazione cutanea abnorme.
Le sedi anatomiche più a rischio sono la regione presternale, la parte superiore del dorso, angolo della mandibola, lobi auricolari, la regione deltoidea degli arti superiori.
Terapia :
– compressione prolungata
– iniezione di corticosteroidi
– escissione chirurgica con successiva radioterapia
– iniezioni di corticosteroidi con successivo trattamento con il laser frazionato non ablativo Erbium:Glass 1540 nm