L’avvento della Dermatoscopia, negli ultimi vent’anni ha aumentato sensibilmente le possibilità diagnostiche riguardo al melanoma.
Il melanoma è costituito da una proliferazione maligna di melanociti che hanno la capacità di metastatizzare. Circa il 75-80% dei melanomi cutanei si formerebbe direttamente su cute sana,
quindi soltanto il 20-25% dei melanomi insorgerebbe su un precursore clinico. Si tratta del tumore cutaneo più aggressivo.
Negli ultimi anni si è registrato un rapido aumento di incidenza di tale aggressiva neoplasia. In Italia questo tumore colpisce ogni anno circa 1:10000 individui. la maggiore incidenza è nella 4°-5° decade di vita. L’incremento di incidenza annuale è stato quantificato in circa il 10%, rendendo il melanoma cutaneo la neoplasia con il più alto incremento d’incidenza tra tutti i tumori di tutti gli organi.
Biondi e rossi con occhi azzurri e pelle chiara (fototipi 1 e 2) e con un numero elevato di nei sono i soggetti a maggior rischio.
Nonostante i progressi ottenuti in campo oncologico, il melanoma diagnosticato in fase avanzata rimane una delle neoplasie a mortalità più elevata. La prognosi dipende infatti dallo spessore (in centesimi di millimetro) della lesione tumorale al momento della diagnosi.
L’arma più efficace in possesso del dermatologo è quindi la diagnosi precoce. A differenza delle neoplasie viscerali, che danno segno della loro presenza solo dopo essersi sviluppate parecchio, le lesioni cutanee hanno il vantaggio di poter essere sottoposte ad un rapido screening clinico e dermatoscopico da parte dello specialista.
Quando osservate un neo che avete da tempo o qualsiasi lesione cutanea pigmentata di nuova comparsa, dovete fare riferimento alla regola dell’ABCDE:
A come Asimmetria: la presenza di una lesione di forma irregolare, senza un asse di simmetria ben identificabile, depone per un neo atipico.
B come Bordi: se i bordi sono regolari ed uniformi, tutto è abbastanza tranquillo. Se questi appaiono invece frastagliati, dentellati, sfumati da un lato enetti in altri punti, meritevole sarebbe l’osservazione specialistica.
C come Colore: se il neo presenta un colore molto scuro o disomogeneo e/o se sono comparse alterazioni cromatiche anche minime, la lesione necessitadi controllo specialistico ed eventuale monitoraggio periodico.
D come Dimensione: se il neo presenta un diametro superiore a 0,6-0,7mm rappresenta una lesione a cui è necessario prestare maggiore attenzione.
E come Evoluzione: se il neo ha subito cambiamenti di forma, dimensioni, colore, spessore, etc… si rende necessaria una valutazione dermatologica specialistica.
Recentemente ha suscitato un certo interesse un metodo che viene chiamato del “brutto anatroccolo” richiamando la famosa favola. Tale metodo prevede l’osservazione del paziente in “toto” cercando di capire l’aspetto clinico generale dei suoi nei, ovvero il profilo, concentrando l’attenzione su un eventualeneo diverso dagli altri: il brutto anatroccolo.
L’autoesame periodico dei nei presenti sul proprio corpo costituisce uno dei metodi più efficaci nella diagnosi precoce di lesioni a rischio.
L’avvento della Dermatoscopia ha, negli ultimo 20 anni, aumentato sensibilmente le possibilità diagnostiche del dermatologo in questo ambito, fornendo maggiori dettagli rispetto alla sola visita clinica.
Si considerano soggetti a maggior rischio di sviluppare melanoma coloro che presentano alcune delle seguenti caratteristiche: Presenza di uno o più casi familiari di melanoma, Anamnesi personale di melanoma, Presenza di numerosi nei, Ripetute scottature solari in età pediatrica ed adolescenziale, Presenza di nei congeniti di grandi dimensioni (maggiori di 1 centimetro).
Nei e melanomi nell’infanzia
Nella pratica clinica capita spesso di visitare i bambini con genitori preoccupati perché hanno visto apparire uno o più nei sulla pelle dei figli. Questa è una delle visite che faccio con maggiore tranquillità perché trovare un melanoma in un bambino rappresenta una vera rarità. I numeri parlano chiaro: solo lo 0,4% dei Melanomi insorgono nell’infanzia.
Diverso può essere l’atteggiamento di fronte al neo congenito grande. Il rischio di trasformazione è proporzionale alle dimensioni. Quindi il neo congenito va osservato e controllato nel tempo.
Sembra infine che il numero dei nei acquisiti durante la vita sia condizionato tanto da fattori genetici quali tipo di pelle e razza quanto da fattori ambientali: sole, latitudine.
Ebbene è soprattutto nei primi 10 anni di vita che si gioca la partita, quindi una corretta esposizione al sole, l’uso di filtri che prevengano le scottature sarà un modo per incidere sia sul numero dei nei che sulla prevenzione del melanoma.